“Lettura musicale” della Ballata op. 118 n.3 di Brahms
www.youtube.com/watch?v=cnEd3mLm3TQ
1. Non è semplice spiegare «perché» prediligo un compositore o un brano musicale. Vi sono consonanze e affinità difficilmente interpretabili. Ma ci provo. Senza pretese di esaustività, né di rigore musicologico.
In generale Brahms mi piace perché mi sembra unire “genio” e “regolatezza”: è un musicista del suo tempo – secondo romanticismo – ma nelle sue composizioni si sente l’eco della tradizione classica, a cui si riallaccia.
In particolare, riferendomi alla produzione pianistica, innanzitutto mi piace l’ampio utilizzo della tecnica accordale. La ballata op. 118 n.3 ne è un valido esempio:
2. In questo brano – come in altri – la melodia è “distribuita” fra le varie voci-note che compongono un accordo.
Dove poi non sono presenti accordi veri e propri, non troviamo comunque una semplice melodia con accompagnamento, ma i motivi principali si alternano fra le voci, in un gioco di imitazioni, progressioni, rimandi ecc. Nella ballata, [ad esempio da 1:27 a 1:53 – video], le note eseguite dalla mano sinistra e a volte anche dalla mano destra, commentano e collegano la melodia principale a motivi secondari.
Questo arricchimento, questa complessità, questo intreccio sono alcuni degli elementi che rendono il brano particolarmente interessante al mio ascolto.
3. Brahms utilizza dunque una grande massa sonora, che mi comunica un senso di stabilità. Mentre l’utilizzo contemporaneo di suoni gravi e acuti, il passaggio a volte repentino dal registro medio/grave a quello acuto producono l’effetto di un “allargamento” dello spazio sonoro o di uno slancio in avanti.
4. Mi paiono inoltre significative le soluzioni armoniche a volte inusuali e continuamente in divenire. Ad esempio a 1:00 si passa dall’accordo di sol settima a quello di si maggiore, un passaggio non del tutto immediato.
In altre composizioni il cambiamento di una sola nota modifica la tonalità e così cambia anche l’atmosfera, l’effetto timbrico.
5. Sempre nella ballata, da 0:16 a 0:33, riappare il tema iniziale, ma in altra tonalità e poi si susseguono rapidi passaggi di tonalità che producono un effetto di “cambiamento nella continuità”.
Attraverso queste riprese melodiche con piccole varianti, l’impressione è quella di una solidità strutturale nel cambiamento costante.
Secondo quanto già rilevava Schönberg, Brahms utilizza dunque la tecnica della variazione continua, l’elemento principale che rende la sua musica particolarmente affine alla mia sensibilità.
Spero di esser riuscita a comunicare senza troppi tecnicismi…Grazie a Giuliano che mi ha dato questa occasione per riascoltare il “mio amato” Brahms ☺
Margherita DiGiorgio
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