26.1.2023
In “Countering Online Hate Speech” (2015), l’Unesco individua quattro differenze sostanziali tra l’odio offline e l’odio online. La prima è la permanenza dell’odio online, ossia la possibilità che rimanga “attivo” per lunghi periodi di tempo e in diversi formati. La seconda differenza è il ritorno imprevedibile delle espressioni di odio che, anche se sono rimosse da un luogo possono riapparire altrove. La terza differenza è l’importanza che assume online l’anonimato: di per sé un diritto che consente in certe condizioni di fare emergere verità che chi si trova in condizioni di svantaggio potrebbe aver timore di comunicare, l’uso di pseudonimi e nomi falsi può rendere le persone meno consapevoli del valore delle proprie parole e ingenerare più o meno fondate aspettative di irresponsabilità e impunità. La quarta differenza è la transnazionalità, che aumenta l’effetto dell’hate speech e rende più complicato individuare i meccanismi legali per combatterlo.”
https://www.unesco.org/en/countering-hate-speech?TSPD_101_R0=080713870fab2000034dfcc91143f92d9a442db5dc54eb02d3f99019bc9e532d42f63bac6ddb9d55086a0b1a3c143000e84c5fd45d535b52c1fbb918be67de947130471d4fc5eb2cb713292e7c18f33d9e67691b0ce4e7c5fa0ad24deb80c041
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